mercoledì 15 giugno 2011
HIRPUSMEPHITIS: Ariano Irpino, Madre Giuseppina Arcucci, convegno ...
HIRPUSMEPHITIS: Ariano Irpino, Madre Giuseppina Arcucci, convegno ...: "Video contributi di Amleto Bevere video di Giovanni Orsogna"
sabato 11 giugno 2011
In preparazione al convegno su Madre Giuseppina Arcucci, rassegna stampa
ARIANO COMMEMORA MADRE GIUSEPPINA ARCUCCI
03/06/2011
Sceglie di commemorare una sua “figlia” illustre, instancabile educatrice di tante generazioni di giovani, fondatrice della Congregazione delle Suore dello Spirito Santo la città di Ariano. A Madre Giuseppina Arcucci è dedicato, infatti, il convegno promosso dalla Congregazione delle Suore arianesi, con l’Ufficio dei Beni Culturali ed Ecclesiastici, la Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia, in programma il 16 e 17 giugno, presso l’auditorium comunale. Un convegno che ne ricostruisce “Il percorso storico, umano e spirituale da Palermo ad Ariano”. Poichè è da Palermo che parte l’itinerario di Madre Giuseppina. Un itinerario fatto di tanti tasselli che saranno analizzati da studiosi laici ed ecclesiastici per comprendere l’attualità del suo messaggio. Si parte il 16 giugno con Antonio Alterio che relazionerà sul tema “Dalle monache cassinesi alla Pia Casa fino alle Suore dello Spirito Santo”, Raffaele Scarpellino interverrà su “Il disegno di Dio nella vita di madre Arcucci”, Maria Paola Masuccio offrirà un contributo su “Spiritualità e carisma dalle origini ad oggi”. Tra gli ospiti del convegno il 17 giugno anche il professore Francesco Barra che ricostruirà il contesto in cui visse Madre Arcucci, relazionando su “La Madre Arcucci e la società religiosa arianese del suo tempo”. Nel corso dell’incontro sarà presentato il volume di Michele Battista “Madre Giuseppina Arcucci: una madre sempre attuale”. Sarà poi il professore Giovanni Orsogna a offrire un interessante contributo, affidato anche alle immagini, sul magistero di Madre Arcucci. A portare il saluto conclusivo Madre Teresina Mancini, Superiore Generale delle Suore dello Spirito Santo. A introdurre la seconda giornata la celebrazione eucaristica, nella chiesa di S. Anna, presieduta dal vescovo Giovanni D’Alise. Alle 21, in scena il recital “Ti racconto una vita” dedicato a Madre Giuseppina Arcucci. Gli incontri saranno moderati da D. Massimiliano Palinuro, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali di Ariano Irpino – Lacedonia. Sarà possibile, inoltre, visitare il Museo dedicato a Madre Giuseppina Arcucci. Un anniversario, quello dei 150 anni della nascita di Madre Arcucci, che si intreccia con le celebrazioni legate all’Unità d’Italia. Madre Giuseppina Arcucci nasce a Palermo l’11 aprile 1860, quando mancano pochissimi giorni al fatidico "sbarco dei Mille" condotto da Giuseppe Garibaldi. Il capoluogo siciliano è una città in pieno fermento rivoluzionaro, la stessa famiglia Arcucci sceglie, infatti, di scappare ed è in quel trambusto che la bimba viene persa di vista. Soltanto a guerra finita la neonata riuscirà ad essere ritrovata, in modo provvidenziale, a Gaeta, probabilmente grazie all’interessamento dello stesso Garibaldi. Sarà così che la famiglia Arcucci potrà ricomporsi, prima a Foggia, quindi a L’Aquila, dove Ernestina trascorrerà l'infanzia, per approdare infine a Casalnuovo, nei pressi di Napoli. Ha diciotto anni Ernestina quando avverte con forza la chiamata ed entra nell’Istituto delle Suore del Preziosissimo Sangue, fondate dal canonico Tommaso Fusco (1831-1891). La destinazione sarà quella di Ariano Irpino, dapprima maestra presso la Pia Casa di Istruzione e Lavoro voluta dal vescovo Trotta, nel 1882 emetterà la professione religiosa assumendo il nome di suor Giuseppina. E’ nella Pia Casa che suor Arcucci dà prova delle sue qualità educatrice, insegnante di italiano, francese e cultura generale, maestra di cucito, maglia, pizzo a uncinetto, filati, a tombolo, ricami in seta e oro. Dotata di una splendida voce, suonava egregiamente , per le famiglie di Ariano era un onore inviare le loro figlie alla Pia Casa. Ben presto sarà lei a diventare direttrice della Pia Casa. Nel 1889 il vescovo Trotta, che l’aveva finora consigliata e seguita, sarà trasferito alla Diocesi di Teramo e Giuseppina Arcucci, abbandonando a loro stesso il gruppo di suore-maestre. E’ l’ingresso in diocesi nel 1891 del nuovo vescovo mons. Andrea D’Agostino, dei Preti della Missione, a cambiare il loro destino, instaurando con le suore un rapporto di forte collaborazione. Ci vorranno, tuttavia, dieci anni perché il Vescovo acconsenta alla nascita di una nuova congregazione, desiderosa di essere legittimata. E sarà ancora il vescovo a volere che la fondazione sia dedicata allo Spirito Santo, nominando Madre Giuseppina Arcucci prima superiora delle Suore dello Spirito Santo. Comincerà così un periodo di grandissima difficoltà. Per anni e anni Madre Arcucci diventerà il bersaglio di cattiverie, aggressioni ideologiche, calunnie, alimentate da tutta una serie di articoli diffamatori e ingiuriosi pubblicati contro di lei sul giornale politico locale “La lotta”. Suor Arcucci sopporterà tutto cristianamente e per trent’anni, con grande spirito di eroismo, si dedicherà all’educazione e istruzione delle figlie del popolo e all’assistenza dei poveri e degli infermi. Per anni sarà lei il faro di guida della sua Congregazione, nell’alternarsi dei vescovi succedutisi alla guida della Diocesi irpina, fra gli sconvolgimenti della prima guerra mondiale che la videro madre dei poveri, al servizio di orfani e derelitti. Sarà in prima linea anche nei terremoti che colpiranno l’Irpinia, in particolare quello del Vulture che sconvolse la città di Ariano. E sarà sul Tricolle che Madre Arcucci si spegnerà il 21 gennaio 1940. Dal 6 luglio 1975 la sua salma è stata traslata, dal cimitero cittadino, alla chiesa di sant’Anna della Pia Casa, dove riposa circondata dalla memoria e dall’affetto delle sue figlie. Da allora il suo ricordo non si mai spento, lasciando una testimonianza di attenzione all’educazione dell’infanzia e alla formazione dei giovani e all’urgenza della carità.
Red. cultura: CORRIERE |
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giovedì 9 giugno 2011
REFERENDUM ACQUA- Nucleare- Giustizia. Vota "4 SI" per dire "NO". Se non ve lo ricordano i media, ve lo ricordiamo noi
REFERENDUM ACQUA- Nucleare- Giustizia. Vota "4 SI" per dire "NO". Se non ve lo ricordano i media, ve lo ricordiamo noi
Il "Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato-III Millennio"
INVITA
tutti i cittadini ITALIANI a votare
"4 SI" per la VITA,
4 SI per la difesa della DEMOCRAZIA,
4 SI per la difesa dei BENI COMUNI,
4 SI per la salvezza ed i Futuro del nostro PAESE,
4 SI per la salvaguardia della salute
4 SI perché non ci vogliamo ammalare di cancro e di leucemie
4 SI perché l'ACQUA é di tutti,
4 SI perché l'ACQUA é nostra MADRE e va difesa come la nostra stessa VITA
4 SI per la vita e la Salvezza di tutti
gli ITALIANI e dei cittadini del mondo,
4 SI per il futuro dei nostri giovani,
4 SI perché la Legge é uguale per tutti,
4 SI perché ogni uomo é uguale in parità, Giritti e Dignità
4 SI per la difesa della DEMOCRAZIA
4 SI perché con questo referendum ci giochiamo l'ultima partita
in Italia.
4 SI perché vogliamo e desideriamo solo la PACE per l'ITALIA!
4 Si per la PACE, perchè l'Acqua è PACE!
Andate a votare e mandate i vostri amici, familiari e conoscenti a votare.
Passaparola. E' importante!!!!
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rEFERENDUM COSA FARE E COME VOTARE ...
CARI AMCICI,
mancano poche ore a un voto sui quesiti referendari per tutelare diritti (aria, acqua, giustizia) che non sono di un partito o di una parte politica ma riguardano tutti i cittadini italiani.
E' importante un ultimo sforzo di sensibilizzazione da parte di quanti hanno a cuore il nostro futuro e quello delle nuove generazioni.
Di seguito ti invio alcune informazioni utili sui referendum che possono essere inoltrate ad amici, parenti e conoscenti.
Certo che ti attiverai e sarai prim'attore del cambiamento ti ringrazio e saluto cordialmente
Ivan Rota
on. Ivan Rota
Responsabile Organizzazione IdV
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UFFICIO NAZIONALE ORGANIZZATIVO IdV
Via Santa Maria in Via, 12 - 00187 Roma
Referendum 12 e 13 Giugno 2011
Una scheda completa sui quattro quesiti referendari del 12 e 13 Giugno 2011, che riguardano: il legittimo impedimento, la privatizzazione di fatto dell’acqua previsto dal decreto “Ronchi” (due quesiti) e il ritorno all’energia nucleare.
Domenica 12 giugno 2011, dalle 8:00 alle 22:00
e
Lunedì 13 giugno 2011, dalle 7:00 alle 15:00.
Secondo legge potevano essere svolti tra il 15 aprile e il 15 giugno, ma i referendum abrogativi sono stati infine fissati per il 12 e 13 giugno, quindi senza unire il voto con le elezioni amministrative del 15–16 maggio.
Tale scelta è stata criticata quale enorme spreco di denaro pubblico e come tentativo di non far raggiungere il quorum ai referendum. Un tentativo di boicottaggio. Infatti se non andranno a votare il 50% + 1 degli aventi diritto i referendum non saranno validi.
Il Ministro degli Interni Roberto Maroni (della Lega di “Roma ladrona”) ha scelto per la divisione delle due consultazioni. Di fatto questa decisione costerà alle casse dello stato, come evidenziano alcune stime riportate dalla stampa, uno spreco di 400 milioni di euro in più rispetto ad un ipotetico accorpamento delle elezioni amministrative col referendum.
Un successo dei SI al Referendum costringerebbe la politica – sia del governo che dell’opposizione – a fare i conti con la volontà dei cittadini. L’impegno delle mobilitazioni sociali non si limiterebbe a manifestazioni finora inascoltate, ma cancellerebbe alcune delle peggiori leggi introdotte dal governo.
[ Leggi anche: la lettera-appello di Adriano Celentano contro il nucleare, contro la privatizzazione dell’acqua, contro il legittimo impedimento. Con il video di Adriano Celentano trasmesso durante Annozero ]
Per i “NO” si schiera chi accetta, soprattutto per coerenza ad una “logica” di mercato, sia la speculazione sull’acqua (pur sapendo che sia un bene pubblico essenziale per la vita); sia la speculazione sul nucleare (pur sapendo che questo sia giocare d’azzardo con il disastro nucleare a spese del pianeta e delle tasche dei contribuenti); sia la “libertà” di farla sempre franca, in quanto potenti, nei palazzi di giustizia.
Per i 4 “SI” voteranno quei cittadini intervistati che credono in un’Italia pulita, solidale, giusta e libera dai tentacoli anche politici della malavita. Che credono che la giustizia, per essere tale, deve essere assolutamente uguale per tutti, anche per i ricchi e i potenti, e soprattutto per i propri amministratori (presidenti del consiglio inclusi). Cittadini che, previdenti se non per sé, per i propri figli, vogliono vivere in un’Italia al sicuro dai disastri nucleari (la “peste radioattiva”), al riparo delle speculazioni dei pochi sulla vita dei molti. E che reclamano l’acqua come un bene inestimabile, proprietà irrinunciabile di ogni italiano.
Ed è assai probabile che con il referendum del prossimo giugno gli italiani diranno ‘no’ al nucleare. Secondo alcuni sondaggi, infatti, il 90 per cento circa degli italiani preferisce le fonti rinnovabili al nucleare. Non solo. A quanto pare, dopo il disastro in Giappone il 17 per cento della popolazione ha cambiato idea sulla sicurezza delle centrali nucleari, ora è pari al 69 per cento il numero di persone contrarie a questa misura.
[Si noti che il governo giapponese ha mantenuti segreti i dati su livelli di radiazioni molto maggiori a quelli rivelati sinora. Si veda: Giappone: disastro nucleare di Fukushima peggio di Chernobyl ]
Si legga anche: Disastro Fukushima: essere mamma e dover misurare le radiazioni ai propri bimbi (video e testo: D. Mastrogiacomo)
Il voto per corrispondenza non è possibile, comunque, per i cittadini che risiedono in stati che non hanno sottoscritto con l’Italia una apposita convenzione (c.d. “stati senza intesa”). In questo caso, quindi, per esercitare il loro diritto di voto, devono rientrare in Italia.
I cittadini italiani residenti all’estero, che votano per corrispondenza, ricevono, al proprio domicilio estero, un plico contenente le quattro schede relative ai quattro quesiti referendari, un certificato elettorale, una busta bianca, una busta preaffrancata (Business Reply Envelope) con l’indirizzo del Consolato ed un libretto contenente il testo della Legge recante “Norme sul diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero”.
I cittadini italiani temporaneamente all’estero che appartengono alle seguenti categorie:
Gli appartenenti alle categorie di cui ai punti 1 e 2 (militari o appartenenti a forze di polizia, dipendenti di amministrazioni pubbliche in servizio e loro familiari conviventi) devono far richiesta al comando a alla amministrazione di appartenenza entro e non oltre il trentacinquesimo giorno antecedente la votazione in Italia (ossia entro il giorno 8 maggio 2011).
I cittadini appartenenti alla categoria di cui al punto 3 (professori o ricercatori universitari, e loro familiari) devono fare richiesta direttamente al Consolato di appartenenza, sempre entro e non oltre il trentacinquestimo giorno antecedente la votazione (ossia sempre entro il giorno 8 maggio 2011).
Questi elettori ricevono a domicilio, da parte dell’Ufficio consolare competente, il plico elettorale contenente le schede e le istruzioni sulle modalità di voto. In ogni caso, entro il ventitreesimo giorno dalle votazioni (ossia entro 20 maggio 2011), la richiesta di voto per corrispondenza può essere revocata tramite espressa dichiarazione da inviare al proprio Consolato .
Chi si trova temporaneamente all’estero e non appartiene alle categorie sopra indicate, può votare per i referendum solamente rientrando in Italia, nelle liste elettorali del Comune presso cui sono iscritti.
L’elettore che non ricevesse il plico elettorale entro il 29 maggio 2011, può recarsi di persona all’Ufficio consolare competente per verificare la sua posizione elettorale.
Concluse le operazioni, le schede votate dagli italiani residenti all’estero pervenute ai Consolati entro le ore 16:00 del 9 giugno 2011 vengono trasmesse in Italia, dove ha luogo lo scrutinio a cura dell’Ufficio centrale per la circoscrizione estero istituito presso la Corte di Appello di Roma.
Per informazioni se sia possibile votare in un comune che non sia quello di residenza, si veda anche (nella sezione commenti): Per le elezioni o referendum, posso votare in una città diversa dalla mia città di residenza? (n. 32)
Per informazioni se sia possibile votare per chi, come la signora Maddalena (commento n. 42), ha fatto la richiesta per la cittadinanza italiana, ma è ancora in attesa di responso finale, si veda: Votare senza cittadinanza italiana si può? (n. 43).
In caso di malattia che comporti l’intrasportabilità del malato al seggio si veda anche il commento n. 78
Altre notizie sui rimborsi di viaggio possono essere reperite sul sito di Trenitalia www.trenitalia.com , della società di navigazione Tirrenia www.tirrenia.it e su Alitalia www.alitalia.it .
Per usufruire di questo diritto è sufficiente presentare al presidente del seggio un certificato rilasciato da un medico dirigente dell’Ulss o, per i non vedenti, il libretto nominativo rilasciato dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), oppure richiedere all’Ufficio Elettorale l’apposizione di un timbro speciale sulla tessera elettorale, presentando la seguente documentazione:
La richiesta del certificato medico per avere diritto ad essere accompagnati in cabina va fatta presso una delle sedi degli ambulatori medici, senza bisogno di appuntamento.
Durante le giornate di sabato 11 giugno e di domenica 12 giugno non sono aperti gli ambulatori; in caso di assoluta necessità la richiesta della certificazione deve essere rivolta direttamente al medico reperibile di pronta disponibilità – tramite il centralino dell’Azienda Ospedaliera della propria città.
L’accompagnatore deve essere in possesso della tessera elettorale, e non può svolgere questa funzione di sostegno per più di una persona.
Sulla tessera elettorale, all’interno dei uno degli spazi per la certificazione del voto, il presidente del seggio vi appone una apposita annotazione (“accompagnatore”, con data e firma del presidente, senza apporre il timbro della sezione elettorale).
Il certificato deve essere rilasciato in una data non anteriore al quarantacinquesimo giorno prima delle elezioni (quindi non prima del 29 aprile 2011).
ATTENZIONE: I CERTIFICATI PER IL VOTO ASSISTITO E PER IL VOTO DOMICILIARE NON POSSONO ESSERE RILASCIATI DAL MEDICO DI GUARDIA MEDICA, NÈ DAL MEDICO DI MEDICINA GENERALE.
Non votare, adesso che tanto è stato fatto per garantire una scelta democratica del popolo, vorrebbe dire perdere un’occasione importantissima per affermare con chiarezza che i cittadini devono essere ascoltati. Votiamo tutti. Per i Sì o per i No, ciascuno voti a seconda della propria coscienza. Ma votiamo tutti. Non lasciamo la democrazia nelle mani dei pochi.
Ricordiamo inoltre, per correttezza, che è possibile scegliere quali referendum votare, ritirando solo le schede che interessano. Il quorum infatti viene calcolato per ogni singolo quesito.
Cosa sono i referendum
Il referendum è uno strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all’articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana, e l’esito referendario è una fonte del diritto primaria che vincola i legislatori al rispetto della volontà del popolo. Sono quattro le tipologie di referendum contemplate dalla Costituzione italiana:- il referendum abrogativo di leggi e atti aventi forza di legge,
- quello sulle leggi costituzionali e di revisione costituzionale,
- quello riguardante la fusione di regioni esistenti o la creazione di nuove regioni,
- quello riguardante il passaggio da una Regione ad un’altra di Province o Comuni.
Descrizione breve dei referendum del 12 e 13 giugno 2011
- Il 12 e 13 giugno 2011 i cittadini italiani sono chiamati ad esprimere il proprio voto su 4 quesiti referendari.
- L’elettore, per votare, deve esibire al presidente del seggio la tessera elettorale ed un documento di riconoscimento.
- L’elettore riceve da un componente del seggio 4 schede di diverso colore:
- Il voto “SI”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di abrogare la normativa richiamata dal quesito referendario.
- Il voto “NO”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di mantenere la vigente normativa richiamata dal quesito referendario.
Quando si vota
Le operazioni di voto si svolgono:Domenica 12 giugno 2011, dalle 8:00 alle 22:00
e
Lunedì 13 giugno 2011, dalle 7:00 alle 15:00.
Secondo legge potevano essere svolti tra il 15 aprile e il 15 giugno, ma i referendum abrogativi sono stati infine fissati per il 12 e 13 giugno, quindi senza unire il voto con le elezioni amministrative del 15–16 maggio.
Tale scelta è stata criticata quale enorme spreco di denaro pubblico e come tentativo di non far raggiungere il quorum ai referendum. Un tentativo di boicottaggio. Infatti se non andranno a votare il 50% + 1 degli aventi diritto i referendum non saranno validi.
Il Ministro degli Interni Roberto Maroni (della Lega di “Roma ladrona”) ha scelto per la divisione delle due consultazioni. Di fatto questa decisione costerà alle casse dello stato, come evidenziano alcune stime riportate dalla stampa, uno spreco di 400 milioni di euro in più rispetto ad un ipotetico accorpamento delle elezioni amministrative col referendum.
Dove si vota
Gli elettori devono votare nel proprio Comune di residenza, nella sezione elettorale indicata sulla prima facciata della tessera elettorale.Referendum, in campo la società civile: Quattro sì per cambiare l’Italia
È importante – il 12–13 giugno – raggiungere il quorum di 25 milioni di votanti ai Referendum e scegliere il SI a tutti i quesiti. È un voto che può porre alcuni limiti a un modello di sviluppo insostenibile, che ignora i costi ambientali, sociali e i beni comuni, e a un potere politico che calpesta giustizia e democrazia.Un successo dei SI al Referendum costringerebbe la politica – sia del governo che dell’opposizione – a fare i conti con la volontà dei cittadini. L’impegno delle mobilitazioni sociali non si limiterebbe a manifestazioni finora inascoltate, ma cancellerebbe alcune delle peggiori leggi introdotte dal governo.
[ Leggi anche: la lettera-appello di Adriano Celentano contro il nucleare, contro la privatizzazione dell’acqua, contro il legittimo impedimento. Con il video di Adriano Celentano trasmesso durante Annozero ]
Quesito n. 1 – referendum acqua pubblica – abrogazione affidamento servizio ad operatori privati
Referendum popolare n. 1 – SCHEDA DI COLORE ROSSO
“Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”.
Nota: Il primo quesito sulla privatizzazione dell’ acqua pubblica riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
Si deve votare SÌ se si è contro la privatizzazione dell’acqua e contro la gestione dei servizi idrici da parte di privati.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale.
Nota: Il primo quesito sulla privatizzazione dell’ acqua pubblica riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
Si deve votare SÌ se si è contro la privatizzazione dell’acqua e contro la gestione dei servizi idrici da parte di privati.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale.
Quesito n. 2 – referendum acqua pubblica – abrogazione calcolo tariffa secondo logiche di “mercato”
Referendum popolare n. 2 – SCHEDA DI COLORE GIALLO
“Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?”.
Nota: Il secondo quesito sulla privatizzazione dell’ acqua pubblica riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene proposta una abrogazione parziale della norma.
Si deve votare SÌ se si è contro la norma che permettere il profitto (non il recupero dei costi di gestione e di investimento, ma il guadagno d’impresa) nell’erogazione del bene Acqua potabile.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che ammette tale guadagno.
Nota: Il secondo quesito sulla privatizzazione dell’ acqua pubblica riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene proposta una abrogazione parziale della norma.
Si deve votare SÌ se si è contro la norma che permettere il profitto (non il recupero dei costi di gestione e di investimento, ma il guadagno d’impresa) nell’erogazione del bene Acqua potabile.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che ammette tale guadagno.
Quesito n. 3 – referendum energia nucleare
Referendum popolare n. 3 – SCHEDA DI COLORE GRIGIO
“Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”.
Nota: Lungo e articolato il quesito referendario per abrogare la norma per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Si tratta di una parte del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno. Anche questo quesito è stato presentato dall’Idv.
Si deve votare SÌ se si è contro la costruzione di Centrali Nucleari in Italia.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che le prevede.
Nota: Lungo e articolato il quesito referendario per abrogare la norma per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Si tratta di una parte del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno. Anche questo quesito è stato presentato dall’Idv.
Si deve votare SÌ se si è contro la costruzione di Centrali Nucleari in Italia.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che le prevede.
Quesito n. 4 – referendum legittimo impedimento
Referendum popolare n. 4 – SCHEDA DI COLORE VERDE CHIARO
“Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”.
Nota: Questo quesito, per abrogare la legge sul legittimo impedimento, è quello dalle possibili ripercussioni politiche più forti. A proporre il referendum è stata l’Italia dei Valori. Dopo la dichiarazione di parziale incostituzionale della legge sul legittimo impedimento, la Corte di Cassazione ha autorizzato, con ordinanza, lo svolgimento del referendum.
Si deve votare SÌ se si è contrari al principio che Presidente del consiglio o ministro possano decidere di non comparire in tribunale nei processi che li riguardano.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che prevede questo “scudo” nei confronti del sistema giudiziario.
Nota: Questo quesito, per abrogare la legge sul legittimo impedimento, è quello dalle possibili ripercussioni politiche più forti. A proporre il referendum è stata l’Italia dei Valori. Dopo la dichiarazione di parziale incostituzionale della legge sul legittimo impedimento, la Corte di Cassazione ha autorizzato, con ordinanza, lo svolgimento del referendum.
Si deve votare SÌ se si è contrari al principio che Presidente del consiglio o ministro possano decidere di non comparire in tribunale nei processi che li riguardano.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che prevede questo “scudo” nei confronti del sistema giudiziario.
Le posizioni
Difficile parlare delle posizioni raccolte da Forum Civico, senza cadere nell’espressione di pareri. Ci proviamo qui. Invitiamo i lettori ad esprimere la loro posizione/parere nella sezioni contributi dei lettori a fondo pagina.Per i “NO” si schiera chi accetta, soprattutto per coerenza ad una “logica” di mercato, sia la speculazione sull’acqua (pur sapendo che sia un bene pubblico essenziale per la vita); sia la speculazione sul nucleare (pur sapendo che questo sia giocare d’azzardo con il disastro nucleare a spese del pianeta e delle tasche dei contribuenti); sia la “libertà” di farla sempre franca, in quanto potenti, nei palazzi di giustizia.
Per i 4 “SI” voteranno quei cittadini intervistati che credono in un’Italia pulita, solidale, giusta e libera dai tentacoli anche politici della malavita. Che credono che la giustizia, per essere tale, deve essere assolutamente uguale per tutti, anche per i ricchi e i potenti, e soprattutto per i propri amministratori (presidenti del consiglio inclusi). Cittadini che, previdenti se non per sé, per i propri figli, vogliono vivere in un’Italia al sicuro dai disastri nucleari (la “peste radioattiva”), al riparo delle speculazioni dei pochi sulla vita dei molti. E che reclamano l’acqua come un bene inestimabile, proprietà irrinunciabile di ogni italiano.
Il referendum sul nucleare
Nonostante l’approvazione della moratoria di un anno sul nucleare in Italia, il referendum non si ferma. Anche per questo si voterà a giugno.Ed è assai probabile che con il referendum del prossimo giugno gli italiani diranno ‘no’ al nucleare. Secondo alcuni sondaggi, infatti, il 90 per cento circa degli italiani preferisce le fonti rinnovabili al nucleare. Non solo. A quanto pare, dopo il disastro in Giappone il 17 per cento della popolazione ha cambiato idea sulla sicurezza delle centrali nucleari, ora è pari al 69 per cento il numero di persone contrarie a questa misura.
[Si noti che il governo giapponese ha mantenuti segreti i dati su livelli di radiazioni molto maggiori a quelli rivelati sinora. Si veda: Giappone: disastro nucleare di Fukushima peggio di Chernobyl ]
Si legga anche: Disastro Fukushima: essere mamma e dover misurare le radiazioni ai propri bimbi (video e testo: D. Mastrogiacomo)
Il voto dei cittadini italiani residenti all’estero
I cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali e residenti all’estero votano, di norma, per corrispondenza, a meno che non abbiano esercitato il diritto di opzione per il voto in Italia, dandone comunicazione alla rappresentanza diplomatica o consolare competente entro il decimo giorno successivo alla indizione dei referendum. Il termine per i referendum 2011 è scaduto il 14 aprile 2011. Coloro che non hanno esercitato tale opzione, anche se in Italia nei giorni delle votazioni, non possono in alcun modo essere ammessi al voto.Il voto per corrispondenza non è possibile, comunque, per i cittadini che risiedono in stati che non hanno sottoscritto con l’Italia una apposita convenzione (c.d. “stati senza intesa”). In questo caso, quindi, per esercitare il loro diritto di voto, devono rientrare in Italia.
I cittadini italiani residenti all’estero, che votano per corrispondenza, ricevono, al proprio domicilio estero, un plico contenente le quattro schede relative ai quattro quesiti referendari, un certificato elettorale, una busta bianca, una busta preaffrancata (Business Reply Envelope) con l’indirizzo del Consolato ed un libretto contenente il testo della Legge recante “Norme sul diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero”.
I cittadini italiani temporaneamente all’estero che appartengono alle seguenti categorie:
- militari o appartenenti a forze di polizia in missione internazionale;
- dipendenti di amministrazioni pubbliche per motivi di servizio qualora la durata prevista della loro permanenza all’estero sia superiore a tre mesi, e loro familiari conviventi;
- professori e ricercatori universitari, e i rispettivi familiari conviventi, che si trovano all’estero per una durata di almeno sei mesi e che alla data del decreto di indizione delle consultazioni si trovano all’estero da almeno tre mesi,
Gli appartenenti alle categorie di cui ai punti 1 e 2 (militari o appartenenti a forze di polizia, dipendenti di amministrazioni pubbliche in servizio e loro familiari conviventi) devono far richiesta al comando a alla amministrazione di appartenenza entro e non oltre il trentacinquesimo giorno antecedente la votazione in Italia (ossia entro il giorno 8 maggio 2011).
I cittadini appartenenti alla categoria di cui al punto 3 (professori o ricercatori universitari, e loro familiari) devono fare richiesta direttamente al Consolato di appartenenza, sempre entro e non oltre il trentacinquestimo giorno antecedente la votazione (ossia sempre entro il giorno 8 maggio 2011).
Questi elettori ricevono a domicilio, da parte dell’Ufficio consolare competente, il plico elettorale contenente le schede e le istruzioni sulle modalità di voto. In ogni caso, entro il ventitreesimo giorno dalle votazioni (ossia entro 20 maggio 2011), la richiesta di voto per corrispondenza può essere revocata tramite espressa dichiarazione da inviare al proprio Consolato .
Chi si trova temporaneamente all’estero e non appartiene alle categorie sopra indicate, può votare per i referendum solamente rientrando in Italia, nelle liste elettorali del Comune presso cui sono iscritti.
L’elettore che non ricevesse il plico elettorale entro il 29 maggio 2011, può recarsi di persona all’Ufficio consolare competente per verificare la sua posizione elettorale.
Concluse le operazioni, le schede votate dagli italiani residenti all’estero pervenute ai Consolati entro le ore 16:00 del 9 giugno 2011 vengono trasmesse in Italia, dove ha luogo lo scrutinio a cura dell’Ufficio centrale per la circoscrizione estero istituito presso la Corte di Appello di Roma.
Votare per i referendum dall’estero, oppure non nel comune di residenza
Per informazioni se e come sia possibile votare per gli italiani residenti all’estero, si veda anche (nella sezioni commenti): Come votare ai referendum dall’estero (n. 6); si notino anche le precisazioni al commento n. 19 e al n. 34 .Per informazioni se sia possibile votare in un comune che non sia quello di residenza, si veda anche (nella sezione commenti): Per le elezioni o referendum, posso votare in una città diversa dalla mia città di residenza? (n. 32)
Per informazioni se sia possibile votare per chi, come la signora Maddalena (commento n. 42), ha fatto la richiesta per la cittadinanza italiana, ma è ancora in attesa di responso finale, si veda: Votare senza cittadinanza italiana si può? (n. 43).
In caso di malattia che comporti l’intrasportabilità del malato al seggio si veda anche il commento n. 78
Agevolazioni di viaggio
Gli elettori che devono recarsi nel Comune nelle cui liste sono iscritti hanno diritto, in alcuni casi, ad alcune agevolazioni di viaggio. Sono previste riduzioni del 60% per l’acquisto di biglietto ferroviario e sui traghetti. Inoltre, sono previste anche alcune agevolazioni per l’acquisto del biglietto aereo di andata alla sede elettorale di iscrizione e ritorno. Per i viaggi aerei effettuati sul territorio nazionale, la legge introduce un’agevolazione di viaggio nella misura del 40 per cento del prezzo del biglietto. L’importo massimo rimborsabile, comunque, non può essere superiore a 40 euro per il viaggio di andata e di ritorno per ogni elettore (Legge 26 maggio 1969, n. 241 e successive modifiche).Altre notizie sui rimborsi di viaggio possono essere reperite sul sito di Trenitalia www.trenitalia.com , della società di navigazione Tirrenia www.tirrenia.it e su Alitalia www.alitalia.it .
Voto assistito
Gli elettori che soffrono di una menomazione fisica tale da impedire loro di votare autonomamente (ad esempio i ciechi, gli amputati di entrambe le mani, ecc.) possono farsi assistere in cabina da un altro elettore.Per usufruire di questo diritto è sufficiente presentare al presidente del seggio un certificato rilasciato da un medico dirigente dell’Ulss o, per i non vedenti, il libretto nominativo rilasciato dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps), oppure richiedere all’Ufficio Elettorale l’apposizione di un timbro speciale sulla tessera elettorale, presentando la seguente documentazione:
- la carta di identità o altro documento di riconoscimento (patente, passaporto, ecc.)
- la tessera elettorale rilasciata dal Comune
- certificato medico che attesti l’invalidità fisica permanente. Gli elettori non vedenti, per essere ammessi al voto assistito, è sufficiente che esibiscano il libretto nominativo rilasciato dall’Inps.
La richiesta del certificato medico per avere diritto ad essere accompagnati in cabina va fatta presso una delle sedi degli ambulatori medici, senza bisogno di appuntamento.
Durante le giornate di sabato 11 giugno e di domenica 12 giugno non sono aperti gli ambulatori; in caso di assoluta necessità la richiesta della certificazione deve essere rivolta direttamente al medico reperibile di pronta disponibilità – tramite il centralino dell’Azienda Ospedaliera della propria città.
L’accompagnatore deve essere in possesso della tessera elettorale, e non può svolgere questa funzione di sostegno per più di una persona.
Sulla tessera elettorale, all’interno dei uno degli spazi per la certificazione del voto, il presidente del seggio vi appone una apposita annotazione (“accompagnatore”, con data e firma del presidente, senza apporre il timbro della sezione elettorale).
Voto domiciliare
Per gli elettori che soffrono di grave infermità e che si trovano in dipendenza vitale da speciali macchinari medici (chiamate “apparecchiature elettromedicali”) o che soffrono di una malattia che rende loro impossibile l’allontanamento dall’abitazione, è possibile votare a casa. Per poterlo fare bisogna far pervenire all’ufficio elettorale almeno venti giorni prima della data delle elezioni (quindi entro il 23 maggio 2011) la dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto presso la propria abitazione. La dichiarazione va redatta in carta semplice e deve contenere i dati esatti del proprio domicilio e il recapito telefonico. Alla dichiarazione deve essere allegato il certificato sanitario rilasciato dal funzionario medico designato dall’Azienda sanitaria locale nel quale è attestato che l’elettore, per il suo stato di salute, ha il diritto di votare presso la propria abitazione e, se necessario, che ha diritto a essere assistito da un altro elettore per poter esprimere il suo voto.Il certificato deve essere rilasciato in una data non anteriore al quarantacinquesimo giorno prima delle elezioni (quindi non prima del 29 aprile 2011).
ATTENZIONE: I CERTIFICATI PER IL VOTO ASSISTITO E PER IL VOTO DOMICILIARE NON POSSONO ESSERE RILASCIATI DAL MEDICO DI GUARDIA MEDICA, NÈ DAL MEDICO DI MEDICINA GENERALE.
Per i Sì, o per i No, ma votiamo tutti
Non votare, adesso che tanto è stato fatto per garantire una scelta democratica del popolo, vorrebbe dire perdere un’occasione importantissima per affermare con chiarezza che i cittadini devono essere ascoltati. Votiamo tutti. Per i Sì o per i No, ciascuno voti a seconda della propria coscienza. Ma votiamo tutti. Non lasciamo la democrazia nelle mani dei pochi.
Ricordiamo inoltre, per correttezza, che è possibile scegliere quali referendum votare, ritirando solo le schede che interessano. Il quorum infatti viene calcolato per ogni singolo quesito.
ACQUA, NEL MONDO CATTOLICO TANTI «SI'»
ACQUA, NEL MONDO CATTOLICO TANTI «SI'»
ACQUA, NEL MONDO CATTOLICO TANTI «SI'»
Il mondo cattolico riflette sui referendum e prende posizione, soprattutto per quanto riguarda i quesiti sull’acqua che «è e deve restare un bene comune». Questo ad esempio è l’invito di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo di Locri-Gerace: «L’acqua fra qualche anno sarà più preziosa del petrolio – ricorda il presule –. Non possiamo permettere che sia il privato a gestirla».
Anche il vescovo di Sessa Aurunca, monsignor Antonio Napoletano, sollecita i fedeli della sua diocesi «a considerare se non sia veramente il caso di sostenere la campagna referendaria di quanti invitano a votare sì».
In un documento della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, approvato dall’arcivescovo Giovan Battista Pichierri si fa notare che «l’acqua è un bene comune e va gestito - senza sprechi e inefficienze - dallacomunità». I rischi del nucleare, continua il testo, sono ancora maggiori dei benefici. E per il legittimo impedimento, esso «allunga i tempi per l’accertamento della responsabilità penale e per il risarcimento dei danni arrecati alle persone offese».
Anche per l’Azione cattolica di Cosenza-Bisignano «l’acqua non è una merce di scambio». Mentre don Aniello Tortora, direttore dell’Ufficio pastorale per i problemi sociali e lavoro di Nola sottolinea: «Andiamo a difendere un bene comune. L’acqua, elemento vitale, imprescindibile per la sopravvivenza».
La Chiesa di Nola, inoltre, «ritiene che sia necessario ripensare il problema dell’energia nucleare e perseguire la strada delle energie rinnovabili».
Un invito a votare per il sì ai quesiti riguardanti l’acqua giunge anche da don Alessandro Cirillo, responsabile della Commissione diocesana Giustizia e Pace di Nocera Inferiore-Sarno.
Mentre Unitalsi, Agesci e Modavi (Movimento delle associazioni di volontariato italiano) sollecitano gli iscritti a votare con consapevolezza.
Infine Francesco Zanotti, presidente della Fisc, riassume così la posizione dei Settimanali Cattolici: «Acqua: non è una merce qualsiasi e il suo uso deve essere razionale e solidale». Nucleare: «Si è posta, in particolare, la domanda su quale futuro intendiamo consegnare alle nuove generazioni». Legittimo impedimento: «Il dibattito è stato meno appassionato anche perché la gente si aspetta che su quesiti così complessi si esprima il legislatore».
(da Avvenire 9 giugno 2011)
ACQUA, NEL MONDO CATTOLICO TANTI «SI'»
Il mondo cattolico riflette sui referendum e prende posizione, soprattutto per quanto riguarda i quesiti sull’acqua che «è e deve restare un bene comune». Questo ad esempio è l’invito di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo di Locri-Gerace: «L’acqua fra qualche anno sarà più preziosa del petrolio – ricorda il presule –. Non possiamo permettere che sia il privato a gestirla».
Anche il vescovo di Sessa Aurunca, monsignor Antonio Napoletano, sollecita i fedeli della sua diocesi «a considerare se non sia veramente il caso di sostenere la campagna referendaria di quanti invitano a votare sì».
In un documento della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, approvato dall’arcivescovo Giovan Battista Pichierri si fa notare che «l’acqua è un bene comune e va gestito - senza sprechi e inefficienze - dallacomunità». I rischi del nucleare, continua il testo, sono ancora maggiori dei benefici. E per il legittimo impedimento, esso «allunga i tempi per l’accertamento della responsabilità penale e per il risarcimento dei danni arrecati alle persone offese».
Anche per l’Azione cattolica di Cosenza-Bisignano «l’acqua non è una merce di scambio». Mentre don Aniello Tortora, direttore dell’Ufficio pastorale per i problemi sociali e lavoro di Nola sottolinea: «Andiamo a difendere un bene comune. L’acqua, elemento vitale, imprescindibile per la sopravvivenza».
La Chiesa di Nola, inoltre, «ritiene che sia necessario ripensare il problema dell’energia nucleare e perseguire la strada delle energie rinnovabili».
Un invito a votare per il sì ai quesiti riguardanti l’acqua giunge anche da don Alessandro Cirillo, responsabile della Commissione diocesana Giustizia e Pace di Nocera Inferiore-Sarno.
Mentre Unitalsi, Agesci e Modavi (Movimento delle associazioni di volontariato italiano) sollecitano gli iscritti a votare con consapevolezza.
Infine Francesco Zanotti, presidente della Fisc, riassume così la posizione dei Settimanali Cattolici: «Acqua: non è una merce qualsiasi e il suo uso deve essere razionale e solidale». Nucleare: «Si è posta, in particolare, la domanda su quale futuro intendiamo consegnare alle nuove generazioni». Legittimo impedimento: «Il dibattito è stato meno appassionato anche perché la gente si aspetta che su quesiti così complessi si esprima il legislatore».
(da Avvenire 9 giugno 2011)
sabato 4 giugno 2011
mercoledì 1 giugno 2011
HIRPUSMEPHITIS: Ariano Irpino, Madre Giuseppina Arcucci, convegno ...
HIRPUSMEPHITIS: Ariano Irpino, Madre Giuseppina Arcucci, convegno ...: "Ad Ariano Irpino, città d'eccellenza del patrimonio della ceramica, dalle grandi tradizioni storiche ed ecclesiali, commemora una sua grand..."
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