giovanni orsogn
1. Il fascino misterioso della Valle di Ansanto col culto di Mephitis, la nostra divinità matriarcale, icona dell'identità italiana delle popolazioni antiche, rievoca personaggi, poeti, musicisti, viaggiatori e gente comune che quando si affaccia sul lago Anxantus (recinto da ogni parte sacro), rievoca ancestrali storie, miti, e nel silenzio tra i soffioni e ululati di Mephitis, non fa che arrestare il respiro e tutto s'illumina d'incanto. La morte è in agguato come il lupo che azzanna la preda, l'uccello che ignaro nell'afosa stagione estiva, assetato si immerge nella luce dell'acqua melmastra. Così' per millenni la storia aha avviluppato genti, menti di poeti, artisti, viaggiatori, ripresi delle urla dei contadini ansantini, esperti del luogo: " Viriti ca qua se more, stateve attienti, la Mufita non perdona ". Anche i fedeli di ogni tempo, i più tenaci di fronte a Mephitis, restano meravigliati, fedeli superstiziosi, nel passato hanno voluto offrire alla divinità ex-voti, collane, monete, gettandoli nel lago o nel vado mortale dove vi era la stipe votiva di Mephitis. Da questo luogo la terra-museo ha restituito gli splendidi Xoanobn lignei, frutto di valenti artisti italioti che nella Dea mater matuta dell'abbondanza , della fertilità della maternità, icona dell'unità delle genti italiche, scendevano lungo i tratturi, e tratturelli, lungo le strade che divennero consolari ed approdavano alla Valle, simbolo dell'unione delle tribù, che combatterono fino all'estremo per difendere l'unità " nazionale " dell'Italia antica, così nei siti strategici mephitis difendeva genti e territori. Questi racconti, nati solo per amore a Mephitis e la sua casa il lago; vengono dal cuore e mutuano storie e miti, pur essendo frutto della fantasia hanno qualche perla trovata nei meandri del lago, del bosco, quando il vento e il respiro di Mephitis ti avvolge e ti porta nell'immensità della vita o al tramontar del sole, alla sera della Vita, scorre come un film volti, amici, il sapore della terra, il puzzo, i volti scarni e tagliati dalla fatica del giorno, i calli delle mani dei miei avi e genitori: artigiani della vita, con pezzi di pane e poco companatico. Ti ricordi amico della MEFITE lettore o viaggiatore lungo le strade della ricerca di senso, fermati a medita proprio sul promontorio del lago, fatti coinvolgere dai sapori, odori, e gettati nell'immensità della bellezza-pseudo-mortale ma che ti fa scoppiettare il cuore e l'anima, guarda il cielo irpino, i patri monti, il bosco frondoso, lo sciabordare delle acque , ti sembra di sentire Titiro col suo flauto, o potrai udire il fioco gorgoglìo delle bolle, lo sconquasso di vapori, lo zolfo acido di sapor di uova marce. Ricorda che in questo luogo generazioni di genti da tutto il mondo del mediterraneo sono passate, greggi, pastori, armenti, poeti di virgiliana memoria, artisti, studiosi hanno calcato questa terra e… hanno vissuto esperienze irripetibili.
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